domenica 8 luglio 2012
PSICOLOGIA.
LA PSICOLOGIA COME SCIENZA.
L'uomo e la conoscenza.
La scienza moderna non è l'unico modo per avere delle conoscenze: l'uomo ha sempre cercato di modificare la natura e di agire su di essa per soddisfare i propri bisogni e rispondere alla necessità di conoscere il mondo in cui viveva.
Attraverso l'osservazione dei fenomeni, l'uomo ha potuto mettere in relazione i vari fatti.
Dall'osservazione partivano i tentativi per trasformare la natura e cambiarla a proprio vantaggio.
Il risultato di tali esperienze e di tali tentativi diventava una conoscenza tradizionale, che entrava a far parte del sapere della comunità.
Prendiamo come esempio il modo in cui l'uomo è arrivato a scoprire la coltivazione delle piante e come si è evoluta la tecnica di costruzione dell'ascia.
La trasformazione di una pianta selvatica in una pianta domestica ha richiesto innumerevoli tentativi e l'osservazione sistematica dei risultati ottenuti.
In tal modo l'uomo ha scoperto l'importanza delle componenti che rendono possibile la crescita di una pianta: il seme, il terreno e l'acqua.
Cambiando la tipologia dei semi e del terreno e la quantità di acqua, l'uomo è riuscito a scoprire le condizioni più adatte per ottenere piante commestibili da riprodurre.
Anche la costruzione di utensili ha richiesto un'accurata ricerca. Le prime asce erano formate da ciottoli scheggiati solo da un lato, mentre l'altro lato era lasciato tondeggiante per favorire la presa.
Un sistema più efficace fu ottenuto collegando l'ascia ad un bastone.
In tal modo venne realizzata un'ascia con l'impugnatura, o mazza.
Questa impugnatura permise di sfruttare il principio fisico della leva, perchè era come se il braccio dell'uomo fosse diventato più lungo, rendendo i colpi dell'ascia più potenti e precisi.
Solo molto più tardi fu scoperto e teorizzato il principio fisico della leva, ma di fatto esso era già utilizzato dalle asce preistoriche.
I nostri antenati non erano privi di logica ed erano animati da grande curiosità e spirito di ricerca.
La loro "scienza" era diversa da quella moderna, perchè non fondata su un metodo rigoroso.
La natura era esplorata in modo pratico e intuitivo, con lo scopo di rispondere alle necessità quotidiane degli uomini.
Queste scoperte, secondo l'antropologo Claude Lèvi-Strauss, non sono un puro frutto del caso.
Per fabbricare un efficace utensile tagliando la pietra, non basta battere su un sasso finchè si scheggi: gli scenziati se ne sono accorti quando hanno provato a riprodurre tali utensili.
Allora - e anche osservando la stessa tecnica presso gli indigeni che ancora l'adoperano - si è scoperto come le pratiche indispensabili alla costruzione degli utensili siano complesse: bisogna prima fabbricare dei veri e propri strumenti da taglio; martelli con contrappeso per controllare il punto d'urto e la direzione; dispositivi smorzatori per evitare che la vibrazione rompa la scheggia.
Le scoperte e le tecnologie precedenti allo sviluppo della ricerca scientifica avvenivano senza che gli uomini riuscissero a dare una spiegazione delle leggi della natura.
Per molto tempo gli agricoltori non conoscevano le ragioni per cui il concime rendeva più fertile il terreno.
Con lo sviluppo della chimica si è scoperto che il concime agisce per mezzo di alcune sostanze naturali: l'azoto, il fosforo e il potassio, ciascuna delle quali favorisce lo sviluppo delle diverse specie vegetali.
I progressi realizzati da questa scienza hanno consentito la creazione di fertilizzanti artificiali e reso possibile un intero sfruttamento del terreno.
Attraverso le scoperte della chimica, l'agricoltore si avvale di conoscenze sicure, più efficaci dell'esperienza precedentemente accumulata.
LA PSICOLOGIA COME SCIENZA.
L'uomo e la conoscenza.
La scienza moderna non è l'unico modo per avere delle conoscenze: l'uomo ha sempre cercato di modificare la natura e di agire su di essa per soddisfare i propri bisogni e rispondere alla necessità di conoscere il mondo in cui viveva.
Attraverso l'osservazione dei fenomeni, l'uomo ha potuto mettere in relazione i vari fatti.
Dall'osservazione partivano i tentativi per trasformare la natura e cambiarla a proprio vantaggio.
Il risultato di tali esperienze e di tali tentativi diventava una conoscenza tradizionale, che entrava a far parte del sapere della comunità.
Prendiamo come esempio il modo in cui l'uomo è arrivato a scoprire la coltivazione delle piante e come si è evoluta la tecnica di costruzione dell'ascia.
La trasformazione di una pianta selvatica in una pianta domestica ha richiesto innumerevoli tentativi e l'osservazione sistematica dei risultati ottenuti.
In tal modo l'uomo ha scoperto l'importanza delle componenti che rendono possibile la crescita di una pianta: il seme, il terreno e l'acqua.
Cambiando la tipologia dei semi e del terreno e la quantità di acqua, l'uomo è riuscito a scoprire le condizioni più adatte per ottenere piante commestibili da riprodurre.
Anche la costruzione di utensili ha richiesto un'accurata ricerca. Le prime asce erano formate da ciottoli scheggiati solo da un lato, mentre l'altro lato era lasciato tondeggiante per favorire la presa.
Un sistema più efficace fu ottenuto collegando l'ascia ad un bastone.
In tal modo venne realizzata un'ascia con l'impugnatura, o mazza.
Questa impugnatura permise di sfruttare il principio fisico della leva, perchè era come se il braccio dell'uomo fosse diventato più lungo, rendendo i colpi dell'ascia più potenti e precisi.
Solo molto più tardi fu scoperto e teorizzato il principio fisico della leva, ma di fatto esso era già utilizzato dalle asce preistoriche.
I nostri antenati non erano privi di logica ed erano animati da grande curiosità e spirito di ricerca.
La loro "scienza" era diversa da quella moderna, perchè non fondata su un metodo rigoroso.
La natura era esplorata in modo pratico e intuitivo, con lo scopo di rispondere alle necessità quotidiane degli uomini.
Queste scoperte, secondo l'antropologo Claude Lèvi-Strauss, non sono un puro frutto del caso.
Per fabbricare un efficace utensile tagliando la pietra, non basta battere su un sasso finchè si scheggi: gli scenziati se ne sono accorti quando hanno provato a riprodurre tali utensili.
Allora - e anche osservando la stessa tecnica presso gli indigeni che ancora l'adoperano - si è scoperto come le pratiche indispensabili alla costruzione degli utensili siano complesse: bisogna prima fabbricare dei veri e propri strumenti da taglio; martelli con contrappeso per controllare il punto d'urto e la direzione; dispositivi smorzatori per evitare che la vibrazione rompa la scheggia.
Le scoperte e le tecnologie precedenti allo sviluppo della ricerca scientifica avvenivano senza che gli uomini riuscissero a dare una spiegazione delle leggi della natura.
Per molto tempo gli agricoltori non conoscevano le ragioni per cui il concime rendeva più fertile il terreno.
Con lo sviluppo della chimica si è scoperto che il concime agisce per mezzo di alcune sostanze naturali: l'azoto, il fosforo e il potassio, ciascuna delle quali favorisce lo sviluppo delle diverse specie vegetali.
I progressi realizzati da questa scienza hanno consentito la creazione di fertilizzanti artificiali e reso possibile un intero sfruttamento del terreno.
Attraverso le scoperte della chimica, l'agricoltore si avvale di conoscenze sicure, più efficaci dell'esperienza precedentemente accumulata.
giovedì 5 luglio 2012
LA NASCITA DELL' EUROPA FEUDALE
Paragrafo 1: La divisione dell'impero e l' Europa assediata.
Il trattato di Verdun e la fine della dinastia carolingia
Alle origini dell'Europa feudale si colloca, in primo luogo, la frammentazione territoriale e politica che derivò dalla crisi dell'impero carolingio, nato con l'incoronazione di Carlo Magno in San Pietro, la notte di Natale dell'anno 800.
Carlo Magno aveva creato un impero attraverso la conquista; ma le sue strutture amministrative restavano deboli, essendo affidate ai rapporti personali fra l'imperatore e la sua aristocrazia di guerrieri e basate sul sistema feudo-vassallatico, costruito cioè sulla fedeltà dei vassalli e sui loro obblighi militari, compensati con l'assegnazione di un feudo.
Da Carlo Magno erano nati quattro maschi legittimi, ma al momento della sua morte, nell' 814, solo Ludovico il Pio era sopravvissuto e potè ereditare la totalità dell' impero paterno.
Ludovico (814-840) lasciò invece tre figli, tra i quali, al termine di una lunga guerra civile, l'impero venne diviso in base al trattato di Verdun dell' 843.
Lotario I ebbe la corona imperiale, il titolo di re d' Italia (sulle regioni centro-settentrionali, tranne quelle soggette al papa) e un territorio che andava dal mare del Nord alle Alpi marittime, includendo la regione fra la Mosa e il Reno, la Borgogna e la Provenza.
Carlo il Calvo ricevette la parte occidentale del regno dei franchi (che manterrà in futuro il nome di Francia) e Ludovico il Germanico la parte orientale ( cioè la Germania).
Il regno di Lotario I si rivelò il più instabile e si suddivise fra i suoi figli in diverse città: il regno d'Italia, al quale restò associata per circa un secolo la corona imperiale; la Borgogna-Provenza, che divenne un regno autonomo nell' 879; la Lotaringia, che prese nome da uno dei figli di Lotario I, anch' egli chiamato Lotario, e che frazionò ancora (le Fiandre passarono alla Francia, mentre il resto - costituito dalle altre attuali regioni del Belgio orientale, Paesi Bassi, Alsazia e Lorena - entrò a far parte dell'area tedesca).
La dinastia imperiale carolingia contò, a partire dall '840, altri quattro imperatori fino all' 887, quando il figlio di Ludovico il Germanico, Carlo il Grosso, che per un breve periodo era riuscito a riunire nelle sue mani tutte le corone carolingie, venne deposto da un'assemblea di conti.
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