DALLA FAMIGLIA ESTESA ALLA FAMIGLIA NUCLEARE.
La prima immagine di famiglia che si affaccia alla nostra mente è quella di un gruppo di persone ristretto e ben definito: il padre, la madre, uno o più figli.
Talora a questo nucleo originario si aggiungono altri elementi (i nonni o qualche parente convivente); talvolta, invece, esso si contrae per il verificarsi di nuove circostanze ( la separazione dei coniugi, che allontana uno dei genitori; la crescita dei figli, che abbandonano il "nido" familiare), ma si tratta pur sempre di variazioni di una struttura di base che rimane la stessa.
I sociologi definiscono famiglia nucleare o famiglia coniugale intima questo insieme di persone conviventi.
Se la prima espressione ne mette in evidenza la struttura, poiché genitori e figli sono il "nucleo" della realtà familiare, la seconda pone invece l'accento sulla dimensione che la caratterizza: essa sottolinea infatti che la relazione di coppia e l'intimità tra i suoi membri sono gli elementi chiave per la formazione e il mantenimento del nucleo familiare.
APPUNTI DI SCUOLA.
martedì 5 gennaio 2016
lunedì 3 agosto 2015
APPUNTI DI SCUOLA.: STORIA DELLA LETTERATURA LATINA.
APPUNTI DI SCUOLA.: STORIA DELLA LETTERATURA LATINA.: TITO MACCIO PLAUTO. MOSTELLARIA. IL TITOLO, LE FONTI. Della Mostellaria non si conosce con sicurezza il modello, che, con buona probab...
STORIA DELLA LETTERATURA LATINA.
TITO MACCIO PLAUTO.
MOSTELLARIA.
IL TITOLO, LE FONTI.
Della Mostellaria non si conosce con sicurezza il modello, che, con buona probabilità non è però Menandro.
Alcuni frammenti noti di una sua commedia intitolata Phasma non hanno infatti niente in comune con questa commedia plautina.
Si può pensare forse a Filemone, un autore di età ellenistica, che, tra l'altro, viene citato nel testo.
Al di là di alcuni motivi consueti agli intrecci plautini, nuova è la presenza di un fantasma, evocato dal servo Tranione per spaventare Teopropide ed impedire che entri in casa.
Da questo spunto deriva il titolo della commedia: probabilmente da Monstellum, un diminutivo non attestato di monstrum, nel senso di "prodigio, creatura mostruosa, creatura dell'al di là".
La paura per i fantasmi, abitatori indesiderati delle case, era comune anche ai Romani che credevano che in certi anfratti domestici potessero nascondersi gli spiriti dei morti; per questo, era diffusa la pratica delle exverriae; l'erede doveva compiere un rito di purificazione per spazzare via (ex - verrere) dalla casa dello spirito del defunto.
MOSTELLARIA.
IL TITOLO, LE FONTI.
Della Mostellaria non si conosce con sicurezza il modello, che, con buona probabilità non è però Menandro.
Alcuni frammenti noti di una sua commedia intitolata Phasma non hanno infatti niente in comune con questa commedia plautina.
Si può pensare forse a Filemone, un autore di età ellenistica, che, tra l'altro, viene citato nel testo.
Al di là di alcuni motivi consueti agli intrecci plautini, nuova è la presenza di un fantasma, evocato dal servo Tranione per spaventare Teopropide ed impedire che entri in casa.
Da questo spunto deriva il titolo della commedia: probabilmente da Monstellum, un diminutivo non attestato di monstrum, nel senso di "prodigio, creatura mostruosa, creatura dell'al di là".
La paura per i fantasmi, abitatori indesiderati delle case, era comune anche ai Romani che credevano che in certi anfratti domestici potessero nascondersi gli spiriti dei morti; per questo, era diffusa la pratica delle exverriae; l'erede doveva compiere un rito di purificazione per spazzare via (ex - verrere) dalla casa dello spirito del defunto.
APPUNTI DI SCUOLA.: FILOSOFIA.
APPUNTI DI SCUOLA.: FILOSOFIA.: IL PROBLEMA DELL'AGIRE UMANO. Il problema dell'agire umano, dei valori e delle motivazioni a cui si ispira, ha da sempre interes...
FILOSOFIA.
IL PROBLEMA DELL'AGIRE UMANO.
Il problema dell'agire umano, dei valori e delle motivazioni a cui si ispira, ha da sempre interessato la riflessione filosofica, che ne ha fatto oggetto di una vera e propria disciplina, l'Etica o Filosofia Morale.
L'Etica presenta un aspetto descrittivo (della condotta morale e dei valori ai quali si ispira) e un Aspetto Normativo (l'indicazione dei valori e dei criteri che devono essere seguiti).
Nella storia della filosofia le teorie etiche sono state numerose ma possono ricondursi a due modelli fondamentali:uno di natura teologica (cioè fondato sul "fine", in greco: tèlos), che viene esemplarmente elaborato da Aristotele e domina indiscusso sino a I.Kant, l'altro di natura deontologica (cioè fondato sul "dovere", in greco: déon), inaugurato da Kant.
Il problema dell'agire umano, dei valori e delle motivazioni a cui si ispira, ha da sempre interessato la riflessione filosofica, che ne ha fatto oggetto di una vera e propria disciplina, l'Etica o Filosofia Morale.
L'Etica presenta un aspetto descrittivo (della condotta morale e dei valori ai quali si ispira) e un Aspetto Normativo (l'indicazione dei valori e dei criteri che devono essere seguiti).
Nella storia della filosofia le teorie etiche sono state numerose ma possono ricondursi a due modelli fondamentali:uno di natura teologica (cioè fondato sul "fine", in greco: tèlos), che viene esemplarmente elaborato da Aristotele e domina indiscusso sino a I.Kant, l'altro di natura deontologica (cioè fondato sul "dovere", in greco: déon), inaugurato da Kant.
mercoledì 25 febbraio 2015
IL ROMANZO IN EUROPA.
IL ROMANZO STORICO.
In età romantica, ai primi dell'Ottocento, si afferma in campo europeo una nuova forma di romanzo, dopo quelle già emerse nel Settecento, il romanzo storico.
Esso fu introdotto dallo scozzese Walter Scott, i cui racconti storici a partire dal 1814 ebbero un enorme successo e imposero una vera e propria moda in tutta Europa.
Il romanzo storico si proponeva di offrire un quadro di una determinata epoca del passato, prossimo o remoto, illustrando non solo i grandi avvenimenti politici e militari, quelli che abitualmente sono ritenuti "storici", degni di memoria, ma anche i loro effetti nel campo della vita privata: i costumi, la mentalità, i modi di vita della gente comune.
Tale quadro doveva essere diverso da quello che poteva fornire la storiografia, perchè veniva "drammatizzato", proposto attraverso una rappresentazione "animata in atto" (per usare le parole di Manzoni), cioè attraverso il racconto delle vicende dei protagonisti.
I grandi avvenimenti e i personaggi storici erano perciò lasciati sullo sfondo ed al centro della narrazione erano poste le vicende di personaggi immaginari e oscuri, più adatti a restituire nei minimi particolari le condizioni quotidiane di vita di una data società che la storiografia non era solita considerare.
Il grande successo europeo del romanzo storico si può spiegare con l'interesse per il passato proprio dell'età romantica, caratterizzata dal senso della storia in opposizione al razionalismo antistoricistico degli illuministi.
Al senso della storia si collegava poi strettamente l'affermarsi, in tutta Europa, del sentimento nazionale, che spingeva a cercare nel passato le radici dell'identità di un popolo (e questo è ben visibile nei romanzi scottiani, specie nel famoso Ivanhoe).
Ma il romanzo storico era anche un genere di intrattenimento, "di consumo" diremmo oggi, che veniva incontro al gusto dell'esotico proprio del tempo, fornendo al pubblico borghese l'occasione di una fuga verso un mondo diverso dal grigiore presente, più pittoresco e affascinante.
In età romantica, ai primi dell'Ottocento, si afferma in campo europeo una nuova forma di romanzo, dopo quelle già emerse nel Settecento, il romanzo storico.
Esso fu introdotto dallo scozzese Walter Scott, i cui racconti storici a partire dal 1814 ebbero un enorme successo e imposero una vera e propria moda in tutta Europa.
Il romanzo storico si proponeva di offrire un quadro di una determinata epoca del passato, prossimo o remoto, illustrando non solo i grandi avvenimenti politici e militari, quelli che abitualmente sono ritenuti "storici", degni di memoria, ma anche i loro effetti nel campo della vita privata: i costumi, la mentalità, i modi di vita della gente comune.
Tale quadro doveva essere diverso da quello che poteva fornire la storiografia, perchè veniva "drammatizzato", proposto attraverso una rappresentazione "animata in atto" (per usare le parole di Manzoni), cioè attraverso il racconto delle vicende dei protagonisti.
I grandi avvenimenti e i personaggi storici erano perciò lasciati sullo sfondo ed al centro della narrazione erano poste le vicende di personaggi immaginari e oscuri, più adatti a restituire nei minimi particolari le condizioni quotidiane di vita di una data società che la storiografia non era solita considerare.
Il grande successo europeo del romanzo storico si può spiegare con l'interesse per il passato proprio dell'età romantica, caratterizzata dal senso della storia in opposizione al razionalismo antistoricistico degli illuministi.
Al senso della storia si collegava poi strettamente l'affermarsi, in tutta Europa, del sentimento nazionale, che spingeva a cercare nel passato le radici dell'identità di un popolo (e questo è ben visibile nei romanzi scottiani, specie nel famoso Ivanhoe).
Ma il romanzo storico era anche un genere di intrattenimento, "di consumo" diremmo oggi, che veniva incontro al gusto dell'esotico proprio del tempo, fornendo al pubblico borghese l'occasione di una fuga verso un mondo diverso dal grigiore presente, più pittoresco e affascinante.
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