giovedì 19 febbraio 2015

RITRATTO DI BENITO MUSSOLINI.

SOCIALISTA E GIORNALISTA.

Mussolini nacque a Dovia di Predappio, in provincia di Forlì, nel1883.
Era figlio di un fabbro e di una maestra elementare; studiò dai salesiani e poi si diplomò a sua volta da maestro.
Dopo avere insegnato come supplente, perse il lavoro e si recò in Svizzera dove fece il manovale e il commesso.
Poco dopo rientrò in Italia, riprese il lavoro di insegnante, del quale però era scontento, e divenne un membro molto attivo del Partito socialista, finchè nel 1912 assunse la carica di direttore del giornale "Avanti", organo ufficiale del partito, al quale diede l'impronta della sua forte personalità, facendone uno strumento di lotta contro la monarchia e il militarismo e ottenendo una larga popolarità.
Nel 1915 sposò Rachele Guidi, "donna Rachele".
Molti anni più tardi si legò a una giovane donna, Claretta Petacci, che Rachele sopportò come un male necessario, e che fu alla fine fucilata insieme a lui.
Suonava mediocremente il violino e conosceva abbastanza bene il francese e il tedesco.


DA PACIFISTA A INTERVENTISTA.


Nel 1914, appena scoppiata la Prima Guerra Mondiale, prese prima posizione contro" il macello di popolo" in linea con il pacifismo socialista, poi invece si schierò nettamente a favore dell'intervento dell?italia in guerra, cosa che gli valse l'espulsione dal partito e che lo indusse a fondare un proprio giornale, "Il Popolo d'Italia", a partecipare alla guerra e poi a fondare i Fasci di combattimento.


ABILE ORATORE

Aveva carattere sanguigno, suo fascino personale, molta facilità di parola, una cultura disordinata che gli permetteva però di interessarsi ai suoi articoli e ai suoi discorsi con espressioni dotte, destinate a stupire l'uditorio.
Amava atteggiarsi a uomo virile e la sua posa preferita era di tipo marziale con le mani sui fianchi e il petto in fuori.
Anche dopo aver fondato il regime, si presentò come un personaggio multiforme, capace di incarnare tutte le aspirazioni dell'uomo comune: Mussolini "minatore", "sciatore", "nuotatore", "mietitore", "primo violinista d'Italia.


MUSSOLINI E HITLER

Mussolini accolse l'avvento del  nazismo in Germania con ovvia soddisfazione, ma nutrì subito per Hitler un'avversione viscerale.
Quando lo incontrò per la prima volta, nel 1934, disse che aveva sentito nei suoi confronti una vera e propria "repulsione fisica".
Da quel momento in poi, fu ossessionato dai complessi d'inferiorità nei confronti del Fùher.
Nel 1938, in occasione della visita ufficiale di Hitler a Roma, fu roso dall'umiliazione perchè il cerimoniale prevedeva la presenza del re Vittorio Emanuele III in tutte le occasioni ufficiali, il che lo metteva continuamente in ombra rispetto al suo collega tedesco, che invece godeva di un potere assoluto.
Hitler, al contrario, aveva per Mussolini una simpatia e addirittura un affetto incomprensibili in un carattere come il suo.
Sapeva anche perfettamente  come lusingarlo e trarlo dalla sua parte.
Nel 1937 lo invitò in Germania e si recò fino a  Monaco per riceverlo.
Da lì due treni paralleli marcianti alla stessa velocità, portarono i dittatori fino a Berlino tra due ali ininterrotte di folla plaudente.
Qui 100 000 seguaci stipati nello stadio li accolsero con un boato.
E fu l'apoteosi.
Il duce, momentaneamente conquistato, pronunciò un celebre discorso in cui disse:"Quando il fascismo ha un amico, egli marcia con questo amico. Fino alla fine".
Così in effetti avvenne, per la tragedia dell'Italia.

Nessun commento:

Posta un commento